La digitalizzazione delle organizzazioni, soprattutto di quelle del terzo settore, è un processo inevitabile e necessario per migliorare l'efficienza, l'efficacia e l'impatto delle loro attività. Tuttavia, molte organizzazioni si trovano ad affrontare alcune paure che ostacolano la loro trasformazione digitale.
La prima paura comune è quella di pensare di non essere in grado o di sentirsi a disagio nell'utilizzare la tecnologia. Questa paura è comprensibile, ma non corrisponde a tutti gli effetti alla realtà quotidiana.
La tecnologia è infatti ormai a tutti gli effetti parte integrante della nostra vita: usiamo tutti i giorni smartphone, computer, social network e app di ogni tipo per comunicare, informarci e divertirci.
Non si tratta quindi di imparare a usare la tecnologia da zero, ma di adattarla alle nostre esigenze e ai nostri obiettivi. Inoltre, la tecnologia è sempre più user-friendly e accessibile: ci sono molte risorse online e offline per formarsi e aggiornarsi sulle novità e le opportunità offerte dal digitale.
Una seconda paura è quella di sacrificare o perdere la relazione umana a favore di una relazione “digitale”. Questa paura è anch'essa legittima, ma in realtà non tiene conto del fatto che la tecnologia non sostituisce le relazioni umane, ma le supporta e le arricchisce. Ci permette di comunicare in modo più trasparente, chiaro e distribuito con i nostri colleghi, i nostri partner, i nostri beneficiari.
Pensiamo ad esempio a quanto sia più efficace scrivere un messaggio su una piattaforma collaborativa che tutti possono vedere e commentare, piuttosto che andare da una persona all'altra e raccontare la stessa cosa con il rischio di creare confusione, distorsioni e disallineamenti. La tecnologia ci aiuta a condividere le informazioni in modo più rapido ed equo, evitando le dinamiche di potere e di esclusione che possono danneggiare l'organizzazione.
La proposta di uidu è quella di fornire alle organizzazioni una piattaforma all-in-one che permette di creare dei canali di comunicazione dedicati e suddivisi per il modello organizzativo. In questo modo, possiamo inviare dei messaggi brevi e sintetici a tutte le persone coinvolte in un determinato progetto, funzione o area. I messaggi riassumono per punti gli eventi o le decisioni più importanti, in modo da tenere tutti allineati e informati.
Questa modalità di comunicazione ha diversi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali. Innanzitutto, evita di dover inserire ogni volta le e-mail dei destinatari, rendendo il processo più veloce e semplice. Inoltre, evita di disturbare le persone con delle chiamate o delle conversazioni che possono interrompere il loro flusso di lavoro. Infine, favorisce la trasparenza e la cultura organizzativa, in quanto rende visibili i ruoli e le responsabilità di ciascuno e le comunicazioni da ricevere.
Per superare queste paure legate alla digitalizzazione delle organizzazioni, dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere la tecnologia: non come una minaccia o un ostacolo, ma come un alleato e un facilitatore. La tecnologia non ci toglie nulla, ma ci aggiunge valore. Dobbiamo sfruttare le sue potenzialità per migliorare il nostro lavoro e il nostro impatto sociale.
La prossima settimana affronteremo un altro fattore che sta impedendo alla trasformazione digitale di prendere piede nel nostro paese, quello della resistenza al cambiamento.
A presto